Epigram 9.31

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Codex Palatinus 23, p. 363

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ἐς τί πίτυν πελάγει πιστεύετε, γομφωτῆρες,
ἧς πολὺς ἐξ ὀρέων ῥίζαν ἔλυσε Νότος;
αἴσιον οὐκ ἔσομαι πόντου σκάφος, ἐχθρὸν ἀήταις
δένδρεον ἐν χέρσῳ τὰς ἁλὸς οἶδα τύχας.

— Paton edition

Pourquoi, constructeurs de navires, confiez-vous à la mer ce pin que le fort vent du sud-ouest a arraché par les racines au flanc de la montagne ? Je ne ferai pas de coque chanceuse en mer, moi, un arbre que les vents détestent. Sur terre, j'ai déjà connu le malheur de la mer.

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#1

NOTE DI COMMENTO EPIGRAMMI IX 31-35

MARE E DINTORNI

Gli epigrammi dal IX 31 al IX 35 rappresentano un excursus in cui in tutte le epigrafi troviamo delle personificazioni che trattano diversi aspetti del mare; nell’ epigramma 31, possiamo notare come il pino volesse restare nel suo luogo natio invece di essere utilizzato come nave sapendo che non avrebbe resistito alle raffiche di vento. Nell’epigramma 32, l’autore descrive l’episodio di una nave trascinata via dalle coste a causa dell’agitazione del mare e gettata in mare aperto; Nell’epigramma 33, la nave che nell’epigramma 32 è stata trascinata in mare aperto, è ormai distrutta, e sottolinea che il suo stesso destino è condizionato dall’agitazione delle onde. Nell’epigramma 34 la nave puntualizza che non sono state le onde a distruggerla, bensì Efesto, sulla terraferma. è importante sottolineare come in questi epigrammi appena analizzati avvenga la personificazione della nave, e possiamo definire questi come una “poesia occasionale”, cioè che descrive un evento che definiamo oggi di “cronaca”, sottoforma poetica. In relazione all’excursus possiamo collegare anche il famoso pittore William Turner, il quale nella sua vita ha realizzato 25.000 opere tra cui dipinti raffiguranti mari in burrasca con una luce pari a quella divina.

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